La discriminazione di genere

Cos'è la discriminazione di genere?

E' la distinzione, diversificazione o differenziazione operata fra persone in base al genere sessuale, ciò significa che gli individui vengono giudicati semplicisticamente in base ad alcune caratteristiche fisiche o del gruppo di appartenenza, in questo caso il gruppo maschi o femmine.

All’art. 25 del Decreto Legislativo 198/2006 (Codice delle pari opportunità tra uomo e donna), si leggono due definizioni complementari di discriminazione:

-discriminazione diretta: è la situazione nella quale una persona è trattata, in base al sesso, meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un’altra in una situazione analoga. Un esempio classico di discriminazione diretta è la mancata assunzione di una lavoratrice perché incinta; oppure, la mancata promozione di una lavoratrice perché donna;
-discriminazione indiretta: è la situazione nella quale una disposizione, un criterio o una prassi,  apparentemente neutri, possono mettere in una situazione di particolare svantaggio le persone di un determinato sesso rispetto a persone dell’altro, a meno che tale disposizione, criterio o prassi siano oggettivamente giustificati da una finalità legittima e i mezzi impiegati per il conseguimento della finalità stessa siano appropriati e necessari. Un esempio, è il caso della statura minima richiesta per la partecipazione a un concorso e tarata su medie maschili: va da sé che non vi è discriminazione sulla singola persona, ma adottando un simile criterio di selezione indubbiamente si avvantaggiano gli uomini rispetto alle donne. Altro esempio è la previsione di una particolare indennità solo per dipendenti che abbiano sempre optato per il “full-time”; le donne che più spesso richiedono il “part-time” per ragioni di conciliazione fra casa e lavoro, ne sarebbero indirettamente escluse.
Quindi, al fine di valutare se si rientra o meno in una previsione discriminatoria, bisogna prendere in considerazione “il particolare svantaggio” e verificare se questo è qualitativamente consistente. Per restare agli esempi fatti: c’è discriminazione se non posso, in quanto persona appartenente a un sesso piuttosto che all’altro, godere di una data indennità o partecipare a un determinato concorso.


Chi può essere discriminato?

Con le disposizioni di Legge in vigore, il giudizio discriminatorio appare neutro: possono essere discriminati tanto le donne quanto gli uomini. Il giudizio discriminatorio deve essere oggettivo e fondato su una valutazione comparativa di agevole percezione e valutazione.

Occorre sottolineare che le varie ipotesi di discriminazione sono estese anche alle donne e agli uomini che esercitino attività di lavoro autonomo.


Ricorda che nel lavoro la legge vieta:

- che ti vengano poste domande sul tuo stato di gravidanza, sul tuo stato di famiglia o sui tuoi progetti futuri in ambito familiare;

- che all'atto dell'assunzione ti invitino a sottoscrivere una lettera di dimissioni in bianco oppure ti chiedano di sottoporti a test di gravidanza;

- che ti chiedano requisiti di accesso non giustificati dall'attività lavorativa che devi svolgere (es. altezza minima, particolari capacità di forza fisica, ecc...);

- che al rientro dalla maternità o da un congedo ti vengano affidate mansioni di contenuto inferiore a quelle precedentemente svolte;

- che le prestazioni uguali o di pari valore ti vengano corrisposte retribuzioni o qualifiche differenti in base al sesso;

- che l'organizzazione del lavoro incida diversamente a seconda del sesso (ad es. quando vengono organizzati corsi di formazione in orari inconciliabili con le proprie esigenze personali).

 

Ricorda che nel lavoro la legge promuove la possibilità:

- di congedi formativi;

- di congedi parentali;

- di finanziamento di progetti che intendono introdurre forme di flessibilità dell'orario di lavoro allo

scopo di favorire la conciliazione tra i tempi di vita ed i tempi di lavoro.

 

Cosa puoi fare se pensi di essere destinataria/destinatario di un comportamento discriminatorio sul lavoro?

- Puoi incontrare le Consigliere di Parità per valutare con loro la tua situazione;

- Puoi informarti presso l'Ufficio delle Consigliere di Parità sui diritti e sulle opportunità che ti sono offerte dalla normativa vigente;

- Puoi chiedere alle Consigliere di agire in giudizio su tua delega per sostenere la tua posizione.

 

 

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